Cerca nel blog

mercoledì 12 giugno 2013

Taxi e Uber si fronteggiano a suon di petizioni.



di  A. Lalomia

Continua il braccio di ferro tra Uber e le compagnie di taxi.
La prima, di fronte alle accuse che le vengono rivolte di violare la normativa in materia di trasporto pubblico non di linea, ha deciso di coinvolgere i clienti, chiedendo loro di firmare una petizione  che invita il sindaco di Milano a dichiarare legittimo il servizio svolto dalla società americana.
Le seconde, ovviamente, premono per il contrario, forti delle leggi che regolano il settore.  Qui  la loro petizione, che ha già raggiunto le cinquecento firme.
Per le cooperative dei tassisti, com'è noto, Uber viola alcuni punti della legge 21/1992 e, per quanto riguarda Milano, della legge regionale 11/2009.  Le criticità maggiori, sostengono, sono due:   1. il divieto di stazionare sul suolo pubblico per le macchine NCC;   2. il prezzo della corsa che, a differenza di quanto accade con gli NCC,  non viene concordato preventivamente con l'utente.
A me sembra comunque che questa vicenda dimostri ancora una volta la scarsa capacità di parecchi tassisti  (non di tutti, è chiaro)  di accettare la libera concorrenza.                                            Oltretutto, a ben vedere, la questione non avrebbe neppure motivo d'essere, visto che Uber si rivolge ancora ad un pubblico di fascia alta o addirittura altissima. 1   La società americana offre servizi di qualità superiore rispetto a quelli proposti mediamente dai tassisti  (basti pensare alle limousine fiammanti e agli autisti in giacca e cravatta che ti aprono lo sportello della vettura), servizi che però costano e non sono certo alla portata di tutte le tasche.                                               D'altronde, anche il mondo dei taxi si sta attrezzando con nuove tecnologie per competere con le società più agguerrite.  Vorrei citare almeno  www.newtaxi.it, per ora disponibile soltanto a Roma e con un numero di auto piuttosto modesto  (poco più di centocinquanta).
Come ho già avuto modo di scrivere, io credo che i tassisti  (e ne ho incontrato di eccellenti), anziché perdere il loro tempo in polemiche che lasciano il tempo che trovano, debbano pretendere dal Comune e dal governo tutte quelle facilitazioni in grado di rendere il loro servizio veramente accessibile a tutti, a cominciare dai disabili.  A fronte del deserto totale, in tema di servizi, che una città come Roma offre ai disabili, i tassisti potrebbero diventare i loro angeli custodi, gli unici in grado di prendersi cura di loro, di garantire a migliaia di persone colpite da patologie che impediscono una deambulazione normale, la possibilità di potersi spostare sul territorio senza problemi e a prezzi ragionevoli. Che cosa aspettano a stipulare con le associazioni che tutelano i disabili  (ad esempio FISH)  accordi che garantiscano agli iscritti sconti significativi per muoversi in città, soprattutto se devono recarsi nei luoghi di cura ?  Che cosa aspettano ad instaurare con il singolo cliente disabile un rapporto di fiducia, basato sul rispetto e la collaborazione, che assicuri al tassista un introito certo e al disabile la possibilità di vivere in modo quasi normale senza dover spendere cifre terribili per spostarsi sul territorio ?  Si rendono conto i tassisti della gratitudine che riceverebbero dai disabili ?  Si rendono conto che sarebbero considerati dai disabili i loro salvatori, appunto, i loro angeli custodi ?
D'altra parte, io ritengo che Roma sia una megalopoli talmente sterminata e così carente di mezzi pubblici  (bus, tram, metro, ferrovie urbane e regionali), che ci sia posto per tutte le società private che offrono servizi di trasporto su gomma: taxi, NCC, Uber, Your Personal James e altre aziende che si stanno preparando per entrare nel mercato.
Le cooperative di taxi dovranno affrontare la concorrenza, ma dallo loro hanno almeno due punti di vantaggio: 
a. la stragrande maggioranza dei romani ignora sia l’esistenza dei servizi NCC che di quelli offerti da Uber e simili;
b.  il loro parco macchine  -soprattutto se ci si riferisce a cooperative come 3570 e  6645-  è decisamente superiore a quello delle società ricordate sopra  (3570 dispone di circa 3.700 auto e si pone al vertice del settore, sia a Roma che a livello nazionale). 2
Se non penseranno ad adattarsi al mercato, proponendo nuovi e più innovativi servizi soprattutto per quelle categorie non così ricche da potersi permettere un maggiordomo alla guida di una Mercedes, ma neanche tanto malmesse da dover prendere l’autobus  (su cui comunque spesso non potrebbero neppure salire, perché le loro condizioni fisiche non lo permettono), le cooperative dei taxi saranno in ogni caso penalizzate dalla concorrenza, quella esistente e quella futura  (penso ad esempio ai cinesi, già oggi padroni di una fetta rilevante del commercio capitolino).
Anziché mobilitarsi contro Uber, perché non chiedono al Comune quello che ho già ricordato in un post recente ?  E perché  (per aggiungere almeno un'altra richiesta)  non pretendono  dai loro Call Center una maggiore efficienza?  È  mai possibile che il cliente, dopo aver composto il numero della compagnia, debba aspettare al telefono per quasi dieci minuti prima che rispondano ?  Ed è possibile che lo stesso cliente, dopo aver comunicato la sua posizione, debba attendere altri dieci minuti prima che gli facciano sapere che sta arrivando un taxi ?  Tutto questo quando nelle vicinanze esistono almeno due parcheggi con autisti che aspettano magari da un'ora una chiamata.  A chi serve un Call Center che funziona in questo modo ?  Certo non al cliente.  Ma non serve neanche al tassista, che pure paga fior di abbonamento per avere la radio nella vettura.  

--------------------------

1   I prezzi praticati da Uber in genere sono superiori del 30 %  rispetto a quelli dei tassisti, anche se, come evidenzio sopra, la qualità del servizio è spesso migliore.  D'altra parte, nei giorni di sciopero dei mezzi pubblici   (a Roma almeno quattro volte al mese), Uber assicura sconti interessanti sul prezzo finale.


2    Per inciso, Uber non fornisce alcun numero di telefono, come si apprende dal suo sito:  (" We do not currently have a phone number, but we respond quickly to email and tweets...".)  , il che non mi sembra particolarmente pratico.  

1 commento:

  1. Il punto è il rispetto delle leggi; sia per i tassisti che nei riguardi della concorrenza. Se Uber vuole competere con la realtà nazionale di Taxi Professional lo deve fare seguendo le stesse regole che sono quelle delle leggi e regolamenti nazionali. Se questi non vanno bene, li si cambino, per dare a tutti l'opportunità di avvantaggiarsi: altrimenti è sempre la solita storia dei furbi che prosperano e di chi sta in regola che subisce.

    RispondiElimina